Non abbiamo mai fatto mistero della nostra perplessità circa l’etichetta di “etica” attribuita ad alcune Scuole di psicoterapia.
Io stesso, nel corso della passata consigliatura, sono intervenuto più volte a tale riguardo, dando – ahimè – anche la stura ad una querelle con l’ex-presidente Grimoldi. A nostro avviso infatti l’introduzione di una “carta etica” sulla cui base valutare le diverse Scuole presentava una duplice ambiguità.
La prima, istituzionale, era che la vigilanza sulle Scuole di Psicoterapia e sul possesso di requisiti che le abilitassero a formare i futuri psicoterapeuti non era e non è di competenza degli Ordini, ma del Ministero.
La seconda ambiguità stava nell’attributo “etica”. Dire che esistono delle Scuole “etiche”, implica anche l’esistenza di Scuole “non etiche” e a che titolo un’Istituzione che rappresenta tutti gli psicologi può attribuire patenti di eticità o meno a chi ha tutti i requisiti per formare psicologi psicoterapeuti. Ma chi ci si crede di essere!
Nella passata consigliatura ci fu più volte discussione a riguardo. Ma chi deteneva il governo dell’Ordine, non la maggioranza si badi bene, ma la persona che svolgeva la funzione di Presidente si è sempre rifiutata di rivedere in alcun modo questa posizione.
Ora ci risiamo.
La nuova governance dell’Ordine ha avviato un percorso di rielaborazione sulle certificazioni delle Scuole, finalizzato non più alla sanzione – etichettatura, ma all’orientamento dei propri iscritti. Si può parlare di carta dei servizi, proponendone una mappatura, fatta di concerto con le Scuole, tutte le Scuole, in possesso di autorizzazione ministeriale. Superando così quella antipatica, oltre che illegittima, separazione tra buoni e cattivi, etici e non etici.
Ma Altra Psicologia non ci sta. Si straccia le vesti contro chi svende la qualità della formazione. Si lamenta l’abolizione della Carta Etica, unico strumento – a dir loro – che garantisce la qualità. La verità è che l’etica non è “un fatto individuale”, come riporta qualcuno, ma certamente in una società moderna pertiene alla sfera delle individuali responsabilità. Le istituzioni vigilino sulle norme, in primis quelle deontologiche per le istituzioni che se ne sono dotate, e sanzionino chi le viola, sempre persone non Scuole o Associazioni.
Ma forse, chi si straccia le vesti, un po’ si confonde tra le proprie opinioni, sempre legittime per carità, e la Verità, giudicando una violazione insopportabile quella di chi, a fronte di una Verità auto-evidente, risponde con un punto di vista da verificare alla prova dell’aula.
Stefano Gheno