Nel periodo di emergenza della pandemia da COVID-19 i Servizi di Psicologia della Regione Lombardia hanno continuato la propria attività nelle diverse, sedi in particolare ospedaliere.
Sulla scia delle iniziative poste in essere dal Gruppo di Professione psicologo, il presidente Enrico Molinari, docente di Psicologia clinica in Università cattolica, ha coordinato un gruppo di colleghi, 7 psicologi che lavorano nelle diverse strutture dell’Istituto Auxologico Italiano, denominato Cura chi cura, che ha seguito con risultati positivi diversi operatori sanitari. Negli ospedali e nelle RSA si è assistito ad una ristrutturazione del lavoro di assistenza psicologica:“anche per noi è stata una ristrutturazione del lavoro di assistenza psicologica. Siamo stati in questo facilitati dalle nostre precedenti esperienze cliniche e di ricerca in teleassistenza”.
Qui di seguito la sua testimonianza.
Il nostro intervento si è sostanzialmente sviluppato in 3 modalità:
L’emergenza COVID-19 ha messo a dura prova tutti. In poco tempo gli ospedali dell’Auxologico, che non avevano una vocazione infettivologica, hanno accettato la nuova sfida oltre che clinica anche riorganizzativa. Per questo è stato importante l’istituzione da parte della Direzione generale di un Servizio di supporto psicologico per la gestione delle specifiche difficoltà emotive e comportamentali degli operatori sociali: per i medici, gli infermieri, il personale tutto che sta dando prova, in questi lunghi giorni, di professionalità e umanità senza precedenti. A loro tocca la prima linea ed il contatto con lo stress, la paura, il dolore, lo smarrimento proprio e quello delle persone di cui si occupano dei pazienti che stabilizzano e di coloro che perdono. Necessità di supportare da un lato i malati ed i loro familiari ma anche i professionisti che di loro si occupano. Gli operatori sono caricati di una responsabilità estrema, già intrinseca nella professione, in queste settimane amplificata ulteriormente. È importante che anche il personale sanitario si conceda il tempo per accogliere i propri sentimenti, siano essi di paura, sconforto e stanchezza…
La paura per la precarietà del presente e l’incertezza del futuro deve essere riconosciuta ed accolta, anche in quanto professionisti, per trasformarla in coraggio; la rabbia va canalizzata e lasciata defluire, per consentirle di trasformarsi in forme produttive e creative.
Questi cambiamenti realizzati in così breve tempo possono creare disorientamento e paure negli operatori sanitari, l’impotenza è parte fisiologica del percorso che stiamo coraggiosamente affrontando.
Il nostro obiettivo è quello di identificare e valorizzare le risorse analizzando i bisogni psicologici, infatti una delle parole ricorrenti in questi giorni è proprio opportunità, perché in momenti come questi riemergono a gran voce quei bisogni sommersi, o dimenticati, che si manifestano come un’occasione per riorientare e ridefinire i parametri con cui definiamo i nostri concetti di sviluppo, benessere, e salute.
In una mail su questo tipo di intervento una collega psicologa scrive:
Gli incontri online con lo psicologo puntano, e in diversi casi, riescono ad attivare una maggiore consapevolezza delle risorse presenti.
All’inizio di questa importante sfida ero partito, anche con gli atri psicologi, con l’intento di organizzare al meglio il lavoro.
Il risultato che non avevo previsto è la scoperta del valore dell’appartenenza ad una professione che, in una emergenza come questa, ha saputo riorientarsi al servizio dei cittadini con un impegno straordinario anche a livello organizzativo e gestionale: un ricoverato con Malattia di Parkinson e positivo al virus mi ha fatto sapere, tramite il nipote, che le videochiamate fatte con l’aiuto della psicologa e dell’infermiera sono per lui un balsamo importante quanto le cure mediche che riceve. In questi giorni ha avuto il primo tampone negativo. I familiari sia per la possibilità degli incontri online che per l’andamento della malattia sono più sereni.