Offrire agli iscritti delle opportunità concrete di crescita professionale attraverso la formazione continua, e quindi corsi di aggiornamento significativi che non riguardino solamente marketing e contabilità (Dott.ssa Loredana Agnello)
Utilizzare un sito online più “smart” e giovane, in cui sia più semplice trovare le informazioni e inviare newsletter meno prolisse, con titoli maggiormente in evidenza (Dott.ssa Loredana Agnello)
Dare un po’ più di attenzione a tutti gli psicologi meno giovani, liberi professionisti, che risentono molto di questa crisi economica, magari proponendo loro delle convenzioni, collaborazioni con Enti ecc. (Dott.ssa Gabriella Anania)
Iniziative che non coinvolgano solamente psicologi già conosciuti, affermati o che collaborino in qualche modo che per l’ordine, ma che offrano delle possibilità anche ai giovani psicologi (Dott.ssa Elena Dacrema)
Ci sono ancora tantissime giovani colleghe che, pur di non restare a casa a far niente, si adattano a fare le educatrici – autiste – infermiere – baby sitter – factotum in varie comunità per tossicodipendenti, minori e quant’altro, con responsabilità civili e penali (es. quando guidi un furgone perché ti impongono di guidarlo, anche se alla facoltà di Psicologia l’esame di guida sicura non c’è mai stato ). Sono posti in cui si matura molta esperienza umana, senza dubbio, ma in cui le “professioniste” vengono pagate anche 7 € lordi all’ora, meno di una signora che va a pulire le scale, e magari si sentono pure dire: ricordatevi che voi siete qui solo perché la ASL ci impone di avere gli psicologi… (Dott.ssa Chiara Gnesi)
Vorrei che si avverassero i progetti per lo psicologo scolastico e vorrei che le scuole avessero: 1. I fondi da mettere a disposizione, 2. La mentalità per cui questi fondi sono ben spesi per la psicologa che fa sportello (non 2 ore al mese ma con monte ore congruo!) ed interventi vari, anche con i genitori e gli insegnanti (Dott.ssa Chiara Gnesi)
Una maggiore rotazione nella selezione dei candidati all’interno delle commissioni per gli esami di Stato (Dott.ssa Luciana La Stella)
Dare stabilità a tante esperienze lavorative consolidate, ma molto, molto precarie, come ad esempio l’istituzione dello psicologo scolastico o dello psicologo di base (normativa, tra l’altro, tutta regionale), così come, favorire la progettazione d’iniziative legate a specifici finanziamenti pubblici (statali, regionali, europei) (Dott.ssa Marina Lupi)
Lavorare per valorizzare le nostre prestazioni, rimettendo mano al tariffario che, seppur non obbligatorio, è sempre un valido punto di riferimento per chi lavora nel privato, sensibilizzando anche chi entra, ora, nel mercato del lavoro, a non “svendersi” come purtroppo sta accadendo in questo periodo (Dott.ssa Marina Lupi)
Favorire la diffusione della cultura psicologica, attraverso conferenze informative gratuite, in tutti i comuni lombardi (Dott.ssa Paola Maniga)
Offrire, all’interno di OPL, uno sportello meglio funzionante rispetto al marketing della nostra figura professionale (Dottor Luca Mingarelli)
Fermare l’emorragia in atto, nei servizi sanitari pubblici e privati convenzionati, di psicologi per anni a P.IVA e senza alcuna tutela lavorativa, facendo passare il tutto come eterne consulenze a progetto a prezzi modici (Dott.ssa Giuseppina Negroni)
Sperimentazione “psicologo di base” creando una forte rete forte con le ASL (Dott. Andrea Piccolini)
Centralità e deleghe dell’ordine: fare qualcosa di più snello e radicato sul territorio, che non sia solo la settimana della cultura psicologica (Dott. Andrea Piccolini)
Interventi di comunicazione, anche utilizzando i new media e piattaforme quali blog, youtube, a basso impatto rispetto ai costi, in cui si promuove un’immagine diversa dello psicologo, più vicina alla collettività, più accessibile e svincolata da tutti quegli aspetti che fanno parte del pensare comune: mi viene ad esempio l’immagine dello psicologo in grigio, quello solo per i “matti”. Lo scopo è trasversale anche rispetto al provare ad instillare la cultura del benessere psicologico in affiancamento a quello fisico. I dati del Sud America indicano che una persona su cinque va dallo psicologo. I dati dell’Italia sono molto lontani da questi (Dott.ssa Valentina Tollardo)
Importanza della prevenzione primaria, come fattore fondamentale, soprattutto in tempo di crisi, per ridurre l’impatto della spesa sulla cura. Per far passare la cultura del benessere però, occorre prima abbattere anche l’inaccessibilità, potenziando la psicoterapia sostenibile, anche a livello mediatico (Dott.ssa Valentina Tollardo)
Percorsi professionalizzanti brevi per puntare al saper fare e alle competenze di tipo tecnico ed organizzativo, anche per sopperire alla mancanza delle stesse nel percorso universitario. Lo psicologo, dalla mia esperienza, è spesso carente rispetto a quelle abilità di marketing e organizzative, di promozione di sé e della professione. Proporrei quindi percorsi ECM ma anche rivolti a chi non necessita dell’accreditamento, proprio in virtù della promozione di un’apertura mentale, orientando anche a fenomeni “culturali” che scuotono l’opinione pubblica (Dott.ssa Valentina Tollardo)
Agevolare l’ingresso nel mondo del lavoro per gli psicologi, creando magari una piattaforma collegata alle anagrafiche già presenti in banca dati che metta a contatto aziende, cooperative, associazioni, strutture pubbliche (Dott.ssa Valentina Tollardo)
Creare una piccola rivista periodica che arrivi a domicilio (Dott.ssa Gaia Trombini)
Visionare/promuovere/patrocinare le attività create dalle associazioni di colleghi, aiutandoli, a livello “pubblicitario”, a farsi conoscere (ad esempio creando una sorta di bacheca online aperta a iscritti e persone interessate, su cui pubblicare incontri/seminari/eventi ecc.) (Dott.ssa Marina Zanotta)
Decentramento zonale in Milano