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Se il segreto è sostenere la speranza

Scritto da Professione Psicologo il 30/06/2014

Il 26 Giugno si è svolta la prima riunione di Professione Psicologo aperta agli iscritti, successiva alle elezioni che hanno visto il successo della squadra sostenuta dall’Associazione.

La sala era piena, e si respirava entusiasmo e curiosità.

La prima sollecitazione è venuta da un video, proposto da Enrico Molinari, che mostrava l’intervento di P.M. Vello, Segretario generale della Fondazione Cariplo, che insegnava ad alcuni manager della finanza l’importanza delle emozioni e delle dinamiche di gruppo.
Non è un collega, ma un famosissimo manager, che ci da’ la misura di quanto sia importante il sapere psicologico in tutti i contesti, e di quanto poco questa consapevolezza sia presente nei vari ambiti della società.

Chi sa parlare di psicologia fuori dai contesti sanitari, chi sa maneggiarla, spesso è un  professionista di altre discipline, un “profano”; si tratta di persone che si appassionano alla materia perché ne scoprono l’immenso patrimonio pratico, e poi la traducono, la comunicano, con il linguaggio e con gli strumenti che per ciascun settore sono necessari e forse adatti a metabolizzarla.

Quel video, da solo, diceva moltissimo del cambiamento di prospettiva del nuovo Consiglio.
La società ha bisogno di psicologia, ma gli psicologi devono riuscire a intercettare questo bisogno, e per fare questo, hanno bisogno di professionisti intermedi, di operatori di vari settori, in breve, hanno bisogno di arare il campo della società civile, di innaffiarlo, di renderlo fecondo e pronto a ricevere la prestazione specialistica nelle sue varie forme.
Fare prevenzione, organizzazione, abilitazione e riabilitazione, non solo in campo sanitario, significa costruire reti e culture, significa aprirsi,  e non chiudersi in difesa.
Il personaggio del video, neanche a farlo apposta, parlava, anche se con linguaggio a tratti approssimativo, dell’importanza della speranza, del lavorare per sostenere la speranza, e del pericolo che si corre, invece, quando si da’ l’allarme continuamente, e si semina odio e paura; così, si creano solo  soggetti che sanno ubbidire, e che sono moralmente asserviti ad un capo, che non è più un leader, ma diviene un tiranno, a sua volta spaventato e allarmato.
Un Bion certo ridotto un po’ in pillole, ma di grande efficacia e molto evocativo, nella società attuale.Ha fatto seguito l’intervento del neo-Presidente, il giovanissimo Riccardo Bettiga, che ha sottolineato l’importanza di connettere l’istituzione ordinistica con la rete delle associazioni  professionali, vero sistema circolatorio che sostiene e alimenta  la ricchezza della nostra professione.
L’Ordine ha infatti un versante autorizzatorio (che si esplica in un rapporto verticale con ciascun iscritto) e un versante associativo, che fino ad oggi è stato meno sviluppato, e che dovrà consistere appunto nel connettere l’istituzione e le sue risorse, con la ricchezza delle società scientifiche e del mondo associativo, in modo da favorire l’incontro fra domanda e offerta di psicologia professionale.

rofessione psicologoProfessione Psicologo ha garantito il proprio impegno su questo fronte, e porterà avanti, pertanto, i progetti già intrapresi dalla Consiliatura precedente (referenti territoriali, decentramento, psicologia sostenibile, formazione a distanza ecc.) affiancando a questi un progetto complessivo di interconnessione con il mondo associativo della psicologia.
Gli incontri dell’associazione vanno appunto in questa direzione, come ha spiegato anche Stefano Gheno nel suo intervento, e si è dato poi il via alla libera interlocuzione con il pubblico presente.
Sono intervenuti, con considerzioni, idee e proposte i colleghi Ivana Trevisani (esperta etnopsicologa, che lavora all’estero come capoprogetto in ambito etnopsicologico con alcune ONG), che ha dato la sua disponibilità per progetti innovativi che contemplino la formazione di psicologi per i progetti di intervento  sia in Italia che all’estero, di mediazione culturale che nel campo dell’accoglienza in emergenza  (immigrazione, profughi, ecc.).

Il dott Bruno de Domenico ha parlato dei suoi progetti relativamente all’area del supporto socio-psicologico agli anziani autosufficienti ma soli, la dott.ssa Germana Erba, psicoterapeuta della Gestalt,  ha proposto che OPL intensifichi la sua attività culturale, che diventi un luogo di orientamento, un collettore di iniziative di alto livello, una vetrina, in cui i Colleghi possano trovare il meglio di quanto la cultura psicologica e la cultura in genere possa offrire in Italia per i professionisti. Invita l’Ordine a fluidificare i rapporti con gli iscritti, e a fare un passo avanti rispetto alle consulenze deontologiche, che diventino anche linee guida e momenti di riflessione per migliorare le prassi in molti settori in cui l’approccio psicologico ha molto da dire, ma dove non sempre l’integrazione delle competenze e la complessità degli interventi vedono lo psicologo al centro della riflessione, come dovrebbe invece essere.
Anche la dott.ssa Elena Esther Simonetta, psicologa e psicopedagogista, esperta nei disturbi dell’apprendimento, ha sottolineato l’importanza di un rigoroso approccio psicologico alla prevenzione e all’intervento in età evolutiva, campo che altre figure contendono allo psicologo spesso a causa della difficoltà che questi professionisti per primi hanno nel definire le loro specifiche competenze e nel rendere ostensibili e autorevoli i loro protocolli di intervento. Anche la dott.ssa Simonetta offre la sua disponibilità per attività di tutoring, formazione, addestramento e cultura psicologica specifica nel settore della prevenzione primaria, della psicologia dell’apprendimento e dell’intervento psicologico in ambito scolastico.
Il dott. Andrea Zoccarato ha esposto, infine, la sua esperienza presso il Centro di Psicosomatica Integrata, che opera sia a Milano che a Gallarate, e ha chiesto all’Ordine un maggiore interesse e approfondimento sulle tematiche epistemologiche e cliniche. L’approccio al corpo è ancora fatto molto spesso in modo superficiale o improvvisato, mentre è possibile interloquire con la medicina a partire da una posizione autorevole, se si segue un approccio specifico al dolore psichico e ai suoi correlati fisiologici e funzionali, se si ha un solido modello di riferimento teorico-pratico, come è quello messo a punto, da molti anni, dall’equipe multidisciplinare del centro di psicosomatica presso cui egli lavora, insieme a molti giovani psicologi e anche ad altri professionisti del benessere, la cui professionalità è molto riconosciuta all’estero, e che accostano il corpo.

La ricchezza insomma è stata moltissima. Il tempo, come sempre tiranno, ci ha portato a rinviare altri interventi a un prossimo incontro.

La nostra professione  è viva, fiorente, piena di tesori tutti da esplorare. Il dialogo con la società civile e con le altre discipline e professioni, sembra una strada promettente per favorire l’incontro fra una domanda sempre più ampia e un’offerta che ha tutte le carte in regola per dare risposte adeguate, ma che stenta a trovare la strada giusta per farsi scovare.

Il clima, decisamente cambiato, era quello della speranza, del dialogo, della co-costruzione.

La redazione

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